sabato 21 novembre 2020

Segnalazione racconto "Orient Express" di Erielle Gaudì - Delos Digital - collana Senza sfumature




Buon pomeriggio, care amiche di letture romantiche! 
Oggi ripubblico per chi ancora non la conoscesse, la trama del mio racconto "Orient Express"un Historical/Erotic Romance ambientato sul mitico treno che partendo da Parigi attraversava l'Europa diretto a Costantinopoli. Simbolo della Belle Epoque, l'Orient Express evoca ancora oggi visioni di eleganza e stile intramontabili.
Nel 1930, anno in cui si svolge il racconto, la favolosa epoca era ormai tramontata, tuttavia nobili decaduti, spie internazionali, avventurieri senza scrupoli e ricchi borghesi viaggiavano ancora nei lussuosi scompartimenti di quello che fu definito "Il re dei treni, il treno dei re". 

Trama
Un viaggio sull'Orient Express può essere una grande avventura, soprattutto quando si parla di amore e passione. 

Jackson Travis è un facoltoso uomo d'affari americano deciso a vendicarsi di Gabrielle, giovane vedova in difficoltà, colpevole ai suoi occhi di averlo respinto e umiliato in passato. Con un ricatto, la costringerà a viaggiare con lui sull'Orient Express e subito la tensione fra i due diventerà esplosiva. Forse anche più di quello che immaginavano...

Gli splendori e le ombre di un'epoca lontana rivivono in una storia densa di emozioni dove niente è come appare.

I protagonisti
Gabrielle di Saint Lazare ha solo ventotto anni ed è già vedova. Vissuta in un'epoca in cui le donne si sposavano molto giovani, (lei ne aveva solo sedici quando ha sposato il marchese di Saint Lazare) ha imparato presto che il mondo è degli uomini e che le donne devono arrangiarsi se vogliono sopravvivere...

Viaggia con la sua cameriera al seguito, la timidissima Annette, e come tutte le nobildonne del tempo con un mare di bauli, bagagli e cappelliere.


Jackson Travis, o Jax come preferisce essere chiamato, ha lavorato sodo per raggiungere il successo e realizzare il suo sogno americano.

E' il tipico uomo che si è fatto da sé e come tale detesta la vecchia aristocrazia europea, decadente e autoritaria.

Nello spregiudicato mondo degli affari, come nella vita di tutti i giorni, Jax è un maschio alfa avvezzo a conseguire sempre il suo obiettivo. Stavolta quell'obiettivo è Gabrielle.
Peccato che lei non voglia proprio saperne di lui...
Riuscirà, il rude americano, a conquistare una donna che lo detesta?



L'ambientazione della storia
I viaggi sull'Orient Express richiamano da sempre alla nostra memoria tutto il fascino dell'oriente, con la sua magia misteriosa e seducente, e sono sinonimo di intrighi e avventura.

L'arredamento del treno rappresenta il trionfo dell'Art Deco: stile floreale nei pannelli, legni pregiati alle pareti, comode poltrone. Un ambiente raffinato dove niente è lasciato al caso: bicchieri di cristallo, argenteria, fini porcellane per il tè servito da sorridenti camerieri in guanti bianchi...



La vicenda narrata nel racconto si svolge nel 1930. La favolosa Belle Epoque è tramontata con il primo conflitto mondiale e la società sta cambiando. Dopo essere confluiti per secoli nell'esercito, i rampolli dell'aristocrazia europea non disdegnano più né il lavoro (in banca) né le figlie dell'alta borghesia, soprattutto se si tratta di ereditiere che possano rinsanguare i titoli. E' quello che è capitato a Gabrielle, una ragazza giovane e ingenua che si ritrova sposata a un vecchio aristocratico. Ma quando incontra Jax tutto cambia...





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E infine l'Incipit del racconto per i lettori del blog. 

 
Estratto

Territorio svizzero,

gennaio 1930


Uno schiocco risuonò nello spazio chiuso dello scompartimento e sulla guancia dell’uomo comparve l’impronta rossa di una mano.

Dopo averlo colpito, Gabrielle lo fissò dritto negli occhi.

La rabbia le aveva affrettato il respiro, il cuore le martellava in gola. «Miserabile» sibilò.

Lui rimase impassibile, inclinò la testa di lato e la guardò come un cacciatore che ha intrappolato la sua preda.

«Dunque non intendi onorare i tuoi debiti» osservò in tono pungente, «proprio come immaginavo…»

In curva, il treno decelerò sferragliando. Oltre il finestrino appannato, il paesaggio di montagna scorreva con tranquilla monotonia, pallido e innevato, mentre la luce del giorno moriva velocemente.

Faccia a faccia, i due si fronteggiavano, i nervi tesi, pronti a esplodere. Fra loro, sul tavolino estraibile dove veniva servita la colazione, giaceva sparpagliato un fascio di documenti: pagherò, ordini di pagamento, ipoteche.

La voce dell’uomo era roca mentre ribadiva la sua proposta:

«L’offerta è sempre valida. Strapperò una cambiale per ogni notte che passerai con me» poi continuò in tono agrodolce, velatamente minaccioso, «altrimenti, cara Gabrielle, potrai dire addio al bel palazzo di Parigi, al castello in Normandia, ai vestiti eleganti e alla vita agiata cui sei abituata...»       

 Gabrielle maledisse con tutto il cuore Jackson Travis. Con tipica efficienza americana, aveva acquistato dai creditori tutti i debiti che il marchese di Saint-Lazare, suo marito, le aveva lasciato. Soltanto dopo la sua morte, avvenuta un mese prima, aveva scoperto di essere completamente rovinata.

E subito i banchieri le erano piombati addosso come avvoltoi pronti a sbranarla. Allora l’americano si era fatto avanti: «Si tratta di una semplice transazione d’affari, aveva detto, ti offro il mio denaro in cambio del tuo corpo. Schioccherò le dita e tu verrai da me, sempre… e sappi che non mi accontenterò di una relazione clandestina. Dovrai essere la mia amante anche agli occhi del mondo.»

    Più arrogante di così… e poi aveva allungato le mani su di lei, credendosi già il suo padrone… un comportamento inaudito, intollerabile… così come quella sua assurda  certezza che lei non avesse la minima facoltà di scelta.

 Al colmo dell’indignazione, l’aveva scansato velocemente e si era presa una piccola rivincita.

«Buttatelo fuori!» aveva ordinato ai servi che avevano prontamente eseguito e la faccia paonazza dell’americano mentre lo trascinavano via l’aveva ripagata dell’oltraggio subito. Purtroppo quella soddisfazione era durata poco.

Convinta di riuscire a coprire le perdite vendendo i gioielli di famiglia, aveva mandato a chiamare l’orefice. Il vecchio Molines aveva esaminato attentamente ogni gemma col suo monocolo, poi era stato lapidario: «Sono falsi, madame, nient’altro che inutile paccottiglia.»

E così aveva scoperto di possedere soltanto le copie delle splendide parures ereditate dagli avi: ogni oggetto di valore era già stato venduto o pesantemente ipotecato dal marito.

«Tutto ciò che avevi adesso è mio» le aveva gettato in faccia Travis poco prima e lei l’aveva colpito.

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